domenica 22 gennaio 2012

Out-take #6

Io non sapevo niente di Milano, di via Lanzone, della Basilica di Sant’Ambrogio. Non lo sapevo mica che in quei palazzi ci vivono famiglie ricche, ricchissime. Nella torre ci abitava una contessa vecchissima, centodue anni dicevano, una specie di mostro senza denti. Mangiava solo minestre e beveva succhi di frutti vitaminizzati e ogni tanto la vedevamo camminare col trepiedi in via Cesare Correnti, in compagnia della badante moldava. Ma per noi era solo uno spettacolo nauseabondo, ci faceva venire i brividi e basta. Per quanto ci riguardava poteva anche avere quattro miliardi sul conto corrente e dodici appartamenti in centro, ricordare decine di storie sulla guerra, sui prigionieri feriti, sulla città liberata. Magari aveva perso il marito. Magari era sopravvisuta ai figli. Ma per noi in fin dei conti restava solo una cosa da voltastomaco. Io giravo in bici e ancora non ero capace di unire i quadranti del Tuttocittà, via Circo, via Morigi, via della Zecca Vecchia, piazza Cordusio, la Posta Centrale, via Dante, il Castello, via Canova, il Cimitero Monumentale, via Farini. Casa. La sera avevamo un appuntamento più o meno fisso al bar di Piazza Cantore. Arrivavamo uno per volta, ordinando Negroni sbagliati e Margarita. Poi fumavamo qualche sigaretta e ce ne andavamo in giro fino a notte fonda.