sabato 29 settembre 2012

Out-take #8

Ci sono intere categorie di persone con le quali è impossibile relazionarsi da un punto di vista sessuale. La signora davanti a me, ad esempio. È americana, sui sessanta, molto curata e giovanile nell’aspetto. Sul tavolino di fronte ha un Kindle Amazon nel quale un romanzo di Virginia Woolf aspetta di essere sfogliato elettronicamente. Ha due tette enormi, flaccide di sicuro e sproporzionate rispetto al corpo. È abbronzata e ben in carne. Avrà una serie di nipoti e di figli, penso io, forse un paio di mariti e altrettanti divorzi. È stata di sicuro una gran succhiacazzi, ne sono certo. Ma questo pensiero, questa immagine di lei in ginocchio che succhia con foga e maestria il cazzo del suo uomo è orripilante, insostenibile quasi quanto il pensiero della propria morte. Non si riesce a far scorrere indietro la lancetta dell’orologio, di venti o trent’anni. Lei ora è Nonna Mary o chissà come si chiama, e a casa cucina torte buonissime e colesteroliche e cura le rose del giardino meglio di tutte le vicine. Probabilmente frequenta un circolo semiesclusivo per signore benestanti e sono quasi certo che al mattino si sveglia molto presto per fare alcuni esercizi di yoga. Ora dorme, sogna gli antichi fasti o forse le sue rose. Ed è forse questa una gran verità della vita: non importa quanti cazzi hai succhiato durante la tua vita, a un certo punto invecchierai e sognerai le rose del tuo giardino.